AGÌMUS

CANZONI FATALI

NATI SOTTO SATURNO

Loredana Savino, voce
Giuseppe Vasco Pascucci, chitarre
Pasquale Barberio, fisarmonica
Cura e parole Stefano Di Lauro.

Piccola avvertenza. Lo spettacolo in questione è sconsigliato agli anaffettivi. S’intitola «Canzoni fatali». E già la combinazione tra le due parole dovrebbe lasciare intendere l’impatto emotivo che i brani in questione possono produrre. A proporli, poi, sono i Nati sotto Saturno. E pure il nome della band lascia intendere molte cose. Del resto, gli artisti sono sempre stati considerati una razza a parte, lunatica, stravagante, egocentrica. Insomma, una schiatta dominata da un temperamento saturnino, per dirla con un grande storico dell’arte, Rudolf Wittkower, che con la moglie Margot si è occupato della questione in un fortunato saggio. Ma quelli nati sotto Saturno, come dice l’impareggiabile Paolo Conte, hanno anche caratteri difficili, per sé e per gli altri. Sono solitari, sempre con un velo di malinconia. E allora ci sono le canzoni a scacciare le ombre, con la loro fatalità, la grande seduzione. Esattamente ciò che ti cambia il sangue, come certi viaggi, certe lune, certi amori, spiegano i titolari del progetto, Loredana Savino (voce), Giuseppe Vasco Pascucci (chitarre), Pasquale Barberio (fisarmonica), ai quali deve aggiungersi Stefano Di Lauro, autore, regista e compositore. Dunque, la fatalità è la grande seduzione, come certe canzoni. Le quali, pur nascendo dall’inquietudine dei suoi autori, illuminano la vita di chi le ascolta. Canzoni che attraversano le «terre di mezzo», dal barocco agli chansonnier, dal tango al rock, nel segno comune di una visceralità tutta saturnina, appunto. Canzoni raccontate da tre musicisti pugliesi di talento che hanno deciso di mettere in comune i propri percorsi accademici. Ma anche passioni diverse, dalla musica antica a quella popolare, dal jazz alla world music sino all’elettronica e alle soluzioni più sperimentali. Tre artisti che si sono fatalmente incontrati attorno al concept di Stefano Di Lauro, che ha immaginato e cucito per loro fili narrativi e parole per tenere insieme un’antica aria come «Spargete sospiri» composta da Luigi Rossi, compositore barocco del Seicento nato a Torremaggiore, in provincia di Foggia, e «Apres un rève» di Gabriel Faurè. E così via, «Odeon» del brasiliano Ernesto Nazareth e «Cancao do mar» del portoghese Frederico de Brito, ma anche brani di Leo Ferrè e Chavela Vargas e i capolavori di Piero Ciampi, Ivano Fossati, Bruno Lauzi e Javier Girotto, oltre alle musiche del re della bossanova, Carlos Antonio Jobim, e al rock visionario e psichedelico dei Radiohead di Thom Yorke.

Data

25 Feb 2024
evento terminato

Ora

19:15

Luogo

Teatro Comunale Niccolò van Westerhout
Teatro Comunale Niccolò van Westerhout
Via Van Westerhout 17, 70042 Mola di Bari (BA)